RITROVAMENTO DEL MAMMUTH
Ieri mattina si è concluso lo scavo paleontologico diretto dalla soprintendenza di Siena con la collaborazione dell’università di Firenze e l’accademia valdarnese del Poggio.
Sono stati riportati alla luce il cranio e le difese di un esemplare di mammuth che ha vissuto nel Valdarno oltre 1,5 milioni di anni fà.
Si è trattato di una operazione complessa, soprattutto nela fase conclusiva, quando cioè il pesante fossile doveva essere rialzato da terra.
Per fortuna il tutto si è svolto senza intoppi, e i resti sono stati imbracati, grazie a un ingegnoso sistema “a scivolo” e sono stati quindi caricati su un mezzo speciale di Autogru Valdarno Di Petricca Ubaldo addetto al trasporto dei resti. L’esemplare di mammuth è stato ritrovato in località il Tasso di Terranuova Bracciolini (Arezzo), nella proprietà del Signor Giuseppe Nuti, su una delle Mammuthus Meridionalis, caratteristiche “balze” della zona, ambiente molto suggestivo, ma raggiungibile solo coi mezzi agricoli. Il mammuth, infine, è stato trasportato in un laboratorio di restauro che prevede l’eliminazione del cosiddetto “pane di terra” che ancora ingloba parte del cranio, le difese e l’ulna, la pulitura dettagliata del reperto, la prosecuzione del consolidamento e l’integrazione delle parti abrase. Si tratta di un blocco notevole, del peso di oltre 6 tonnellate e ci vorranno alcuni mesi di lavoro per liberare il fossile dal sedimento e consolidarlo in attesa del suo secondo viaggio, di ritorno, direttamente al museo paleontologico di Montevarchi (Arezzo). Alla buona riuscita dell’operazione odierna hanno contribuito attivamente e fattivamente le aziende: Autogru Valdarno Di Petricca Ubaldo, Borri Riccardo, Moretti e Fratelli Giuntini.